Fabrizio Dacrema - anno scolastico 2003-2004
Fabrizio Dacrema - 11-05-2004
Maggio 2004, questo mese intensamente dedicato alle lotte contro la politica scolastica della Moratti comincia a dare i primi frutti.
Prima ancora della manifestazione del 15 e dello sciopero del 21, si possono già deporre nel paniere due interessanti risultati: la marcia indietro su Darwin e sul docente tutor.

Se torna Darwin le Indicazioni non sono obbligatorie

Il ministro, accettando di cambiare le Indicazioni, ha, di fatto, dato ragione al ricorso presentato dai sindacati confederali contro il decreto: un allegato al decreto non può introdurre nuovi programmi obbligatori per la scuola italiana.
Nel ricorso sindacale si ricorda come la stessa legge 53, oltre al regolamento per l’autonomia, preveda ben altra procedura (un regolamento governativo) per introdurre la quota nazionale del curricolo in sostituzione degli attuali programmi.
La circolare 29, quindi, sbaglia a ritenere prescrittivi per il prossimo anno scolastico gli obiettivi di apprendimento contenuti nelle Indicazioni Nazionali.
Questo documento, introdotto illegittimamente come allegato, in via transitoria e in attesa di un nuovo documento approvato secondo la procedura legittima, non ha mai abrogato i programmi, né può avere la pretesa di sostituirsi ad essi in modo obbligatorio.
Tutto ciò ora è ancora più evidente, dopo che il Ministro, istituendo la Commissione presieduta da Rita Levi Montalcini, ha già dato avvio al cambiamento delle Indicazioni Nazionali.
Aperta la breccia su Darwin, ora l’obiettivo è l’istituzione di commissioni pubbliche e pluraliste che elaborino proposte riguardanti tutti i curricoli nazionali su cui realizzare una vasta consultazione democratica nella scuola e nel paese.
Nell’attesa, per considerazioni di puro buon senso professionale, conviene mettere le indicazioni di Bertagna nel cassetto, fare riferimento ai Programmi vigenti e adottare libri di testo non conformi alle Indicazioni o procedere all’adozione di strumenti alternativi, come consentito dal regolamento per l’autonomia didattica.

Insegnante tutor: fermi tutti

Nella riunione del 6 maggio il Ministro ha manifestato la volontà di aprire la trattativa all’Aran sulla questione del tutor.
Anche su questo punto il Ministro riconosce le ragioni contenute nel ricorso e nella diffida presentate dai sindacati confederali.
Anche su questo punto il governo fa marcia indietro. Fino ad ora ha tentato di far passare come obbligatorio il conferimento dell’incarico a svolgere la funzione tutoriale ad una parte degli insegnanti.
CGIL-CISL-UIL Scuola hanno diffidato il Ministro dall’attuare questo punto perché in contrasto con il contratto nazionale vigente.
Il Ministero ha prima detto alle scuole di aspettare ulteriori indicazioni e ora riconosce apertamente che finché il contratto non cambia il tutor non si può fare.
Una vera e propria svolta in materia: a tutti coloro che in vario modo nelle scuole stanno agitandosi per far partire il tutor, il Ministro manda a dire di fermarsi, di attendere la conclusione della contrattazione all’Aran.
Una trattativa che non si sa nemmeno quando inizierà, visto che manca addirittura l’atto di indirizzo del governo all’Aran, un atto preliminare all’avvio delle trattative.
Inoltre, per avviare credibilmente una trattativa, il Ministero dovrebbe avere delle risorse finanziarie aggiuntive, ma, ad oggi, non è disponibile per la contrattazione nemmeno la metà della quota necessaria per la sola difesa del potere di acquisto.

La posizione dei sindacati sul tutor

Se la contrattazione sul tutor partirà effettivamente, la posizione dei sindacati confederali, che sarà precisata in una eventuale specifica piattaforma, non potrà essere diversa dai contenuti delle varie prese di posizione, dei ricorsi e della diffida presentati.

Questi contenuti possono essere così riassunti:

- funzione docente unitaria e pari dignità professionale di tutti gli insegnanti;
- rifiuto della gerarchizzazione della funzione docente derivante dalla concentrazione in una sola figura professionale delle attività di tutoraggio, orientamento, documentazione, relazione con le famiglie e coordinamento delle attività didattiche;
- attribuzione della responsabilità circa le modalità di svolgimento delle attività di cui sopra all’autonomia didattica e organizzativa delle scuole e alle loro decisioni collegiali.

Dovrebbe, quindi, essere chiaro perché Enrico Panini, dopo l’incontro del 6 maggio, ha giustamente dichiarato che finalmente è stato riconosciuto dal governo che, come previsto dall’art. 43 del CCNL, il tutor non può essere imposto in modo unilaterale da un decreto.
La trattativa sul tutor, se e quando partirà, vedrà le parti su posizioni molto distanti, se non contrapposte, e il governo entra nel confronto con due pesanti handicap, i tempi molto ristretti e la mancanza di risorse.
Difficile capire come si possa seriamente ipotizzare, come qualcuno sta già facendo, che adesso i sindacati andranno a contrattare e legittimare il tutor della Moratti.
A meno che non si ricorra a quella strana voglia di perdere, ben descritta da Curzio Maltese, che, nel caso specifico, sta spingendo alcuni instancabili professionisti della sconfitta a indebolire i due principali appuntamenti anti -moratti del mese di maggio, la manifestazione del 15 e lo sciopero del 21.


>>> continua...
Fabrizio Dacrema - 27-04-2004
MA ATTENZIONE ALLA SINDROME DI TAFAZZI

La mobilitazione contro il decreto Moratti continua. Il governo sta puntando tutto sul prevalere nel movimento della rassegnazione, ha fatto concessioni per il prossimo anno scolastico, ha finto aperture sulle prospettive, ma sta praticando effettive chiusure sugli aspetti che ritiene strategici per l’attuazione del suo progetto regressivo.
Vediamo le questioni principali.

Le questioni aperte

Docente tutor
– Con la circolare 29 il Ministro ha detto alle scuole di attendere ulteriori indicazioni prima di prendere decisioni in materia e si è impegnato ad avviare il confronto con il sindacato. Del confronto non c’è traccia, i sindacati sono convocati solo il 6 maggio sull’avvio del prossimo anno scolastico. Intanto nelle scuole molti dirigenti scolastici sono spinti dall’amministrazione a procedere all’assegnazione dell’incarico a svolgere la funzione tutoriale ad una parte del collegio dei docenti. Il leit-motiv è sempre lo stesso “La legge c’è e va applicata”. Peccato che il decreto (la famosa legge) è piuttosto confuso in materia e si guarda bene dal parlare di incarico, che inevitabilmente introdurrebbe una figura nuova di docente in palese contrasto con il contratto e con l’autonomia scolastica. Si vuole veramente arrivare ai ricorsi scuola per scuola ?

Indicazioni Nazionali – Sono state introdotte come mero allegato al decreto, in via transitoria e in attesa di definire la quota nazionale del curricolo in modo legittimo, attraverso un regolamento governativo. Il Ministro Buttiglione all’uscita del Consiglio dei Ministri ha dichiarato di aver fatto un accordo con la Moratti, secondo il quale le Indicazioni sarebbero state modificate ampiamente. Il Ministro non ha mai smentito. D’altra parte sembra impossibile non istituire una commissione pluralista di esperti, avviare una vasta consultazione degli insegnanti e arrivare a nuovi programmi condivisi per la scuola della repubblica (non del governo). Invece sono state date indicazioni alla case editrici di uniformare tutta l’offerta di libri di testo alle Indicazioni. Le scuole possono ovviamente adottare le edizioni precedenti o decidere per l’adozione alternativa, ma il tentativo di imposizione rimane pesante. Non solo, il Ministro ha convocato il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione per dare avvio al percorso che dovrebbe portare ad un regolamento governativo che confermerebbe sostanzialmente l’attuale testo. Davvero si vogliono imporre programmi elaborati da commissioni segrete, considerati dalla comunità scientifica privi di sufficienti basi culturali e pedagogiche (vedi parere del CUN) e per certi aspetti addirittura oscurantisti(vedi il caso Darwin e l’appello degli scienziati) ?

Anticipo nella scuola dell’infanzia – Dopo la circolare 29 sembrava chiaro che il Ministero avesse rinunciato a far partire l’ingresso degli under tre dal prossimo anno scolastico, visto che l’ha subordinato alla definizione per via contrattuale delle nuove professionalità e condizioni organizzative, ritenute vincolanti dalla stessa legge.
Invece diverse Direzioni Scolastiche Regionali stanno raccogliendo le iscrizioni e hanno addirittura formato nuove sezioni comprensive degli anticipatari. Il Ministero vuole veramente promuovere situazioni di illegalità diffusa ?


>>> continua...
Fabrizio Dacrema - 30-03-2004
Secondo i sostenitori della riforma Moratti chi non si limita ad applicare pedissequamente il decreto legislativo n. 59 deve essere considerato alla stregua di un obiettore di coscienza, un atteggiamento non riconosciuto agli insegnanti dalle leggi e dai contratti.
A chi si appella all’autonomia delle scuole, costoro rispondono che questa non può rivolgersi contro la legge, altrimenti l’autonomia diventerebbe autarchia.
Stanno veramente così le cose ?
No, o meglio, starebbero così se il decreto legislativo avesse legiferato nell’ambito delle competenze assegnate dalla Costituzione alle norme nazionali, invece, così non è stato, il decreto ha debordato perché si è occupato di materie non di sua competenza.
Di qui contrasti, conflitti e molta confusione.
Le scuole, in questi giorni, stanno prendendo decisioni riguardanti la riformulazione dell’offerta formativa e l’individuazione degli insegnanti che dovranno svolgere la funzione tutoriale.
È, quindi, necessario chiarire il più possibile quali sono gli effettivi margini di discrezionalità disponibili per le scuole.

L’AUTONOMIA C’È, LA CORTE CONFERMA

A questo proposito è indispensabile ricordare come la recente riforma del Titolo V della Costituzione assegni allo Stato la competenza esclusiva di legiferare sulle norme generali dell’istruzione e sui principi fondamentali di tutte le materie oggetto di legislazione concorrente regionale (programmazione dell’offerta formativa, organizzazione e gestione del servizio).
A riguardo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche la nuova Costituzione, all’art. 117, introduce una specifica tutela (… , salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, …) per evitare invasioni di campo da parte della leggi statali o regionali.
La sentenza della Corte Costituzionale del 13 gennaio 2004 n. 13 conferma pienamente questo scenario istituzionale in quanto ha dato ragione alla Regione Emilia Romagna, che ha contestato l’attribuzione ad un organo statale della definizione degli organici del personale docente.
Secondo la Corte Costituzionale la disposizione impugnata è illegittima perché non enuncia “principi fondamentali”, ma determina aspetti gestionali, invadendo un ambito di competenza riservato alle Regioni.
Dopo questa sentenza, non solo è resa esplicita è la competenza regionale in materia di distribuzione degli organici alle scuole, ma è anche chiaro che ogni regione può esercitare questa prerogativa immediatamente, è sufficiente che si doti degli idonei uffici amministrativi.
Analogamente una istituzione scolastica autonoma può assumere decisioni operative nell’ambito delle prerogative che le sono attribuite dalla autonomia scolastica, nel rispetto delle norme generali e dei principi fondamentali fissati dallo Stato.
I problemi nascono perché con il decreto legislativo n. 59 lo Stato è andato oltre e si è occupato di materie (aspetti di dettaglio, modalità di utilizzazione delle risorse, modelli di organizzazione didattica) che non sono più di sua competenza, entrando così in obiettivo contrasto con le prerogative delle istituzioni scolastiche autonome.

UN DECRETO, TANTE ILLEGITTIMITÀ

Il governo per far passare un modello scolastico privo di effettivo e sufficiente consenso ha introdotto nel decreto diverse forzature e illegittimità, che i sindacati confederali della scuola solleveranno attraverso la presentazione di un ricorso, in via incidentale, alla Corte Costituzionale.
Vediamole in sintesi.


>>> continua...

Fabrizio Dacrema - 26-01-2004
Il decreto per attuare le legge 53 nella scuola dell’infanzia, elementare e media è stato approvato, ma la partita rimane aperta.
Sul fronte politico e sindacale le questioni poste da questo decreto sono tutt’altro che risolte dall’approvazione ...
Fabrizio Dacrema - 13-12-2003
Il fronte talebano comincia a cedere, ma non basta

Il 10 dicembre è stata una giornata importante per il primo decreto di attuazione della legge Moratti.: la Conferenza Unificata Stato-Regioni ha espresso il proprio parere e la Commissione ...
Fabrizio Dacrema - 22-09-2003
… LA CGIL SCUOLA CHIAMA ALLA MOBILITAZIONE

Venerdì 11 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della legge 53/03 nella scuola dell’infanzia e il primo ciclo ...
Fabrizio Dacrema - 16-09-2003
DECRETO INFANZIA E CICLO PRIMARIO:
IL GOVERNO NON SA QUELLO CHE HA APPROVATO


Non senza incredulità abbiamo scoperto che esistono due sintesi diverse dello schema di decreto legislativo sulla scuola dell’infanzia e il primo ciclo ...
Fabrizio Dacrema - 06-09-2003
Negli ultimi tempi questo celebre motto della vetero-sinistra sembra essere diventato il motivo ispiratore del comportamento dei dirigenti dell’Amministrazione Scolastica.
Solo sulla vicenda dell’avvio dell’attuazione della legge Moratti nella ...
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